\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 La \b \cf4 \ATXht15211 prima guerra mondiale\b0 \cf0 \ATXht0 dimostr≥ lÆobsolescenza del sistema politico e economico dellÆ\b \cf4 \ATXht142101 impero russo\b0 \cf0 \ATXht0 , che sub∞ una serie di schiaccianti sconfitte ed enormi perdite di vite e di territori. LÆapparato repressivo, che aveva garantito la stabilitα dellÆassetto imperiale, stremato, divenne inaffidabile: nel febbr
aio 1917, scioperi e disordini per il pane, scoppiati a Pietrogrado, culminarono nellÆammutinamento della guarnigione. Travolto dagli avvenimenti, lo zar fu costretto ad abdicare (2 marzo), mentre la Duma costitu∞ un governo provvisorio, presieduto dal p
rincipe G. E. L┤vov, che in settembre proclam≥ la repubblica. Espressione della grande borghesia liberale, il governo doveva rimanere in carica fin quando non sarebbe stata convocata unÆAssemblea costituente eletta democraticamente. A questÆultima veniva
rinviato lÆesame delle principali questioni sociali (in particolare la riforma agraria), mentre gli sforzi si concentravano sulla prosecuzione dellÆimpegno bellico. Accanto al governo provvisorio emerse un secondo centro di potere, costituito dai soviet
dei deputati degli operai. Il pi∙ influente fra questi, quello di Pietrogrado, con il decreto (1░ marzo) sulla democratizzazione dellÆesercito e la creazione di soviet unitari degli operai e dei soldati pose di fatto sotto il proprio controllo la guarni
gione della cittα. Sotto la pressione degli Alleati, nel giugno 1917, il governo provvisorio (nel quale in maggio erano entrati menscevichi e socialisti rivoluzionari e che dal luglio fu presieduto da A. F. Kerenskij) lanci≥ una controffensiva sul fronte
occidentale che port≥ a unÆulteriore sconfitta e alla totale demoralizzazione dellÆesercito. Smobilitatasi di propria iniziativa, parte dei soldati (di provenienza prevalentemente contadina) torn≥ nelle campagne, procedendo allÆoccupazione delle terre.
Dopo il fallimento del pronunciamento militare del generale Kornilov (settembre), i bolscevichi (che dallÆaprile avevano adottato il programma proposto da Lenin, sintetizzato nella parola dÆordine ôtutto il potere ai sovietö) ottennero la maggioranza nei
principali soviet e, con un colpo di forza pressochΘ incruento, il 25 ottobre 1917 rovesciarono il governo provvisorio. Lo stesso giorno si riun∞ a Pietrogrado il II congresso panrusso dei soviet che, investito del potere supremo dagli insorti, il 26 ot
tobre approv≥ la formazione di un governo (il Consiglio dei commissari del popolo), presieduto da Lenin e composto esclusivamente da dirigenti bolscevichi. Le elezioni per lÆAssemblea costituente (novembre 1917) diedero la maggioranza assoluta al partito
socialista rivoluzionario, espressione della popolazione rurale; tuttavia, nel corso della prima seduta (gennaio 1918), lÆAssemblea costituente fu sciolta dai bolscevichi che, dopo un breve periodo di coalizione con il partito dei socialisti rivoluziona
ri di sinistra (novembre 1917 - marzo 1918), stabilirono di fatto un regime monopartitico. Il primo decreto del governo di Lenin fu quello sulla terra (26 ottobre), che abol∞ la proprietα fondiaria e conferm≥ la presa di possesso delle terre da parte dei
contadini. Seguirono la legge sul controllo operaio della produzione e del commercio e i provvedimenti per la nazionalizzazione delle banche, della marina mercantile e delle grandi imprese industriali (novembre 1917 - giugno 1918). Un Consiglio superior
e dellÆeconomia nazionale, organo governativo con compiti di supervisione, fu costituito il 2 dicembre; pochi giorni dopo venne istituita la Commissione straordinaria per la lotta alla controrivoluzione, alla speculazione e al sabotaggio, conosciuta come
Ceka, le cui funzioni di polizia politica divennero sempre pi∙ ampie. Rimasto senza seguito lÆappello ai popoli e ai governi dei paesi belligeranti (26 ottobre) per la conclusione di una pace democratica, senza annessioni nΘ contribuzioni, il governo av
vi≥ nel novembre le trattative per un armistizio con gli Imperi centrali: nel marzo 1918 venne quindi firmato il trattato di Brest-Litovsk, in base al quale la Russia rinunciava alle province baltiche, alla Polonia e allÆUcraina. Il crollo dellÆImpero ru
sso e lÆoccupazione tedesca fornirono inoltre lÆopportunitα per la proclamazione di indipendenza di Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, Polonia, Bielorussia e Ucraina. Anche nelle province caucasiche furono proclamate repubbliche secessioniste e div
ersi centri di potere indipendente sorsero in Asia centrale e in Siberia, anche in seguito allo scoppio della guerra civile; questa dallÆestate del 1918 contrappose lÆArmata rossa, costituita dai bolscevichi in sostituzione del vecchio esercito, ai cosid
detti Russi bianchi (esponenti del vecchio regime e membri di vari partiti soppressi dopo lÆottobre 1917, guidati da ex ufficiali dellÆesercito zarista, appoggiati e riforniti dai paesi dellÆIntesa). Nel luglio 1918, quando fu approvata la prima Costituz
ione e proclamata la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR), il governo bolscevico controllava solo la parte centrale del vecchio Impero russo. Negli anni della guerra civile, lÆArmata rossa e la Ceka costituirono non solo la struttura
militare e coercitiva del regime, ma anche, insieme agli organismi del partito, gli effettivi centri di esercizio delle funzioni amministrative e di governo, a scapito dei soviet. In quegli stessi anni la politica adottata dal governo bolscevico, conosci
uta come ôcomunismo di guerraö, fu caratterizzata dalla tendenza a un rigido accentramento del potere economico, attraverso la totale nazionalizzazione anche delle piccole imprese, la proibizione del commercio privato, la nazionalizzazione delle terre e
la requisizione delle eccedenze di grano ai contadini. Ci≥ nonostante, questi ultimi, nel timore di una vittoria dei Russi bianchi, che avrebbe comportato la restituzione delle terre agli antichi proprietari, sostennero i bolscevichi (anche se furono num
erosi gli episodi di ribellione armata nelle campagne). Grazie a questo sostegno, oltre che alla superiore capacitα di comando e mobilitazione, i bolscevichi vinsero nel 1920 la guerra civile, i cui strascichi durarono comunque fino al 1922. Ritiratisi i
Tedeschi nel novembre 1918, lÆArmata rossa ristabil∞ fra il 1919 e il 1921 il controllo delle forze fedeli alla Russia sovietica in Ucraina, Bielorussia e nel Caucaso, sconfiggendo i diversi regimi secessionisti. LÆindipendenza della Finlandia era stata
invece riconosciuta nel 1917, ma il governo bolscevico vi sostenne unÆinsurrezione filosovietica nel 1918, dopo il cui fallimento firm≥ nel 1920 un trattato di pace con il governo conservatore di Helsinki. Nello stesso anno trattati di pace furono firma
ti anche con gli stati baltici (che erano stati coinvolti nella guerra civile), rinunciando a ogni futura rivendicazione su di essi. Dopo il tentativo polacco di conquistare lÆUcraina (1919-20), lÆArmata rossa occup≥ a sua volta parte della Polonia, giun
gendo fino a Varsavia, dove fu sconfitta nel giugno 1920; con il successivo trattato di Riga (marzo 1921), veniva confermato il riconoscimento dellÆindipendenza polacca (risalente al 1918) e stabilito il confine dellÆUcraina e della Bielorussia con la Po
lonia. La Bessarabia, staccatasi dalla Russia nel 1917, continu≥ a essere rivendicata da Mosca, mentre, fra il 1919 e il 1922 il governo della RSFSR ristabil∞ la propria autoritα sullÆAsia centrale e sulla Siberia. Nel dicembre 1922 fu ufficialmente cost
ituita una nuova entitα sovranazionale, lÆUnione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), come unione volontaria di quattro entitα: la RSFSR, lÆUcraina, la Bielorussia e la federazione transcaucasica (composta da Armenia, Georgia e Azerbaigian). L
ÆURSS fu il pi∙ grande stato del mondo, quasi uguale in termini di espansione territoriale alla Russia prerivoluzionaria, primo stato moderno eretto sul principio dellÆautonomia territoriale di diverse etnie. La prima Costituzione, approvata nel 1923 (ed